
Nel film troviamo una famiglia di apicoltori che decide di vivere in modo bucolico a produrre miele. C'è il padre che è un ignorante dalla cui bocca non esce nemmeno una parola intelligente, ma in compenso è un poliglotta, parla: italiano, tedesco e francese. C'è la moglie, interpretata dalla sorella della regista ossia Alba Rohrwacher, che è un personaggio davvero piatto. Le quattro figlie sono davvero anonime, non hanno un nome come se non fossero importanti, anzi in realtà si sa il nome della figlia più grande, Gelsomina, che è la protagonista del film. Poi, c'è Cocò, una donna insopportabile che non si sa per quale motivo vive insieme a loro. Per concludere il quadretto familiare c'è un bimbo tedesco che viene affidato a loro da un'assistente sociale tedesca (ma se il film è ambientato nella campagna toscana, quanti tedeschi ci sono?).
La Rohrwacher vuole rappresentare questo mondo agricolo in conflitto con il mondo moderno rappresentato nel film da un reality show a cui Gelsomina vuole partecipare assolutamente. Per lei questo non è altro che un modo per fuggire da questo modo di vivere che il padre ha imposto a lei e a tutta la sua famiglia. Non sappiamo il perché di questa scelta di vita e proprio per questo motivo lo spettatore è poco coinvolto nelle vicende di questa famiglia. Primo difetto del film.
La narrazione è inesistente e questo ne risente il ritmo del film che è davvero lento. Non c'è un vero conflitto drammatico che renda interessante la storia. L'assenza delle musiche non aiuta certamente a dare più ritmo al film. C'è una fotografia inesistente. La regia della Rohrwacher non mi ha appassionato granché. Abbiamo movimenti di macchina casuali. La pessima recitazione di Monica Bellucci non aiuta molto a migliorare i film. La regista poteva avere due opzioni: dirigere meglio la Bellucci, facendo tanto prove oppure scegliere un'attrice che è meno bella, ma che sappia almeno recitare. Invece, Alice non ha scelto nessuna di queste due opzioni e il risultato lo si vede nel film.
Un film che mi ha lasciato alquanto perplesso. A un certo punto c'è un cammello. Un cammello? Questo animale è un regalo che ha fatto il padre per Gelsomina . Lei desiderava questo animale fin da piccola, ma nonostante gli dica che è adesso grande da non desiderare più di avere questo animale, il padre le regala il cammello. Ma da piccola non poteva desiderare un cane, come tutti i bambini normali, no? Ma la vera domanda è questa: il padre, da che razza di posto è andato a prendere un cammello? Vi ricordo che il film è ambientato nella campagna toscana. Per non parlare dello spettacolino che fa Gelsomina che per ben due scene fa uscire delle api dalla sua bocca e ciò viene rappresentato nella locandina del film. A fini drammatici questo talento che ha Gelsomina è inutile.
E' il classico film fatto per vincere ai festival che dice poco o nulla. Tra l'altro è un parere condiviso da molti, per farvi un esempio, un commento di uno spettatore dietro a me era questo, "non si sa dove vuole parare". Alt. Non dico che un ogni film che vince un premio a festival importanti come quelli di Venezia, Cannes e Berlino debbe per forza fare schifo. Prendiamo Drive di Refn che ha vinto come miglio regia a Cannes. Quello era un filmone con una storia interessante e una regia che aveva ritmo.
Il problema di Meraviglie è che vuole essere troppo cinema d'autore, dove prevale l'ermetismo e con una regia abbastanza ricercata che però non riesce ad appassionare lo spettatore. Poi, odio fare la distinzione tra cinema d'autore e cinema di intrattenimento. Per me esiste il Cinema. Sergio Leone ha sempre fatto cinema di genere, ma questo non vuol dire che non fosse autore. In fondo, Refn, che ha vinto un premio a Cannes, è un autore anche lui, nonostante faccia cinema di genere.
In conclusione, Meraviglie di Alice Rohrwacher è un film sopravvalutato e non ha niente di meraviglioso.