mercoledì 27 agosto 2014

Le meraviglie di Alice Rohrwacher

Questa pellicola ha vinto un premio a Cannes, il Grand Prix Speciale della Giuria. Questo non vuol dire che se un film vince a un festival, debba per forza essere un capolavoro. Mi viene in mente Sacro GRA di Gianfranco Rosi che aveva vinto a Venezia l'anno scorso, ma non era certo un filmone, parere condiviso da molta gente che l'aveva visto. Ora vi diro perché questo film non mi ha convinto.

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Nel film troviamo una famiglia di apicoltori che decide di vivere in modo bucolico a produrre miele. C'è il padre che è un ignorante dalla cui bocca non esce nemmeno una parola intelligente, ma in compenso è un poliglotta, parla: italiano, tedesco e francese. C'è la moglie, interpretata dalla sorella della regista ossia Alba Rohrwacher, che è un personaggio davvero piatto. Le quattro figlie sono davvero anonime, non hanno un nome come se non fossero importanti, anzi in realtà si sa il nome della figlia più grande, Gelsomina, che è la protagonista del film. Poi, c'è Cocò, una donna insopportabile che non si sa per quale motivo vive insieme a loro. Per concludere il quadretto familiare c'è un bimbo tedesco che viene affidato a loro da un'assistente sociale tedesca (ma se il film è ambientato nella campagna toscana, quanti tedeschi ci sono?).

La Rohrwacher vuole rappresentare questo mondo agricolo in conflitto con il mondo moderno rappresentato nel film da un reality show a cui Gelsomina vuole partecipare assolutamente. Per lei questo non è altro che un modo per fuggire da questo modo di vivere che il padre ha imposto a lei e a tutta la sua famiglia. Non sappiamo il perché di questa scelta di vita e proprio per questo motivo lo spettatore è poco coinvolto nelle vicende di questa famiglia. Primo difetto del film.

La narrazione è inesistente e questo ne risente il ritmo del film che è davvero lento. Non c'è un vero conflitto drammatico che renda interessante la storia. L'assenza delle musiche non aiuta certamente a dare più ritmo al film. C'è una fotografia inesistente. La regia della Rohrwacher non mi ha appassionato granché. Abbiamo movimenti di macchina casuali. La pessima recitazione di Monica Bellucci non aiuta molto a migliorare i film. La regista poteva avere due opzioni: dirigere meglio la Bellucci, facendo tanto prove oppure scegliere un'attrice che è meno bella, ma che sappia almeno recitare. Invece, Alice non ha scelto nessuna di queste due opzioni e il risultato lo si vede nel film.

Un film che mi ha lasciato alquanto perplesso. A un certo punto c'è un cammello. Un cammello? Questo animale è un regalo che ha fatto il padre per Gelsomina . Lei desiderava questo animale fin da piccola, ma nonostante gli dica che è adesso grande da non desiderare più di avere questo animale, il padre le regala il cammello.  Ma da  piccola non poteva desiderare un cane, come tutti i bambini normali, no? Ma la vera domanda è questa: il padre,  da che razza di posto è andato a prendere un cammello? Vi ricordo che il film è ambientato nella campagna toscana. Per non parlare dello spettacolino che fa Gelsomina che per ben due scene fa uscire delle api dalla sua bocca e ciò viene rappresentato nella locandina del film. A fini drammatici questo talento che ha Gelsomina è inutile.

E' il classico film fatto per vincere ai festival che dice poco o nulla. Tra l'altro è un parere condiviso da molti, per farvi un esempio, un commento di uno spettatore dietro a me era questo, "non si sa dove vuole parare". Alt. Non dico che un ogni film che vince un premio a festival importanti come quelli di Venezia, Cannes e Berlino debbe per forza fare schifo. Prendiamo Drive di Refn che ha vinto come miglio regia a Cannes. Quello era un filmone con una storia interessante e una regia che aveva ritmo.

Il problema di Meraviglie è che vuole essere troppo cinema d'autore, dove prevale l'ermetismo e con una regia abbastanza ricercata che però non riesce ad appassionare lo spettatore. Poi, odio fare la distinzione tra cinema d'autore e cinema di intrattenimento. Per me esiste il Cinema. Sergio Leone ha sempre fatto cinema di genere, ma questo non vuol dire che non fosse autore. In fondo, Refn, che ha vinto un premio a Cannes, è un autore anche lui, nonostante faccia cinema di genere.

In conclusione, Meraviglie di Alice Rohrwacher è un film sopravvalutato e non ha niente di meraviglioso.



sabato 23 agosto 2014

Nessun dove di Neil Gaiman

La genesi di questo libro è particolare. Molte serie di successo sono nate dai libri. Per farvi alcuni esempi, Games of Thrones si basa sulle opere di George R. R. Martin, mentre invece Dexter si basa su La mano sinistra di Jeff Lindsay. Sul versante italiano troviamo invece Il commissario Montalbano che deriva dai gialli scritti da Andrea Camilleri e Romanzo Criminale - La serie che si basa sull'omonimo libro di Giancarlo De Cataldo. Invece, Nessun dove di Neil Gaiman è nato prima come una serie televisiva e in seguito lo stesso autore ha deciso di farne una trasposizione letteraria. Penso che sia un caso unico e raro di fare una trasposizione letteraria di una serie televisiva. Tra l'altro in questa serie, Neverwhere, che è appunto il titolo originale del libro, ci recitava un giovane Peter Capaldi che anni più tardi diventerà il Dodicesimo Dottore (proprio oggi mentre scrivo esce il primo episodio dell'ottava stagione di Doctor Who con Capaldi come il nuovo Dottore). Caso vuole che anni più tardi anche Gaiman scriverà due episodi  di Doctor Who e vincerà un Hugo Award per il primo episodio che ha scritto.

Nessun dove narra di Richard, un giovane scozzese trapiantato a Londra, che un giorno incontra Porta, una ragazza che lo porta (scusatemi il gioco di parole) in una versione alternativa della capitale inglese che si chiama appunto Londra di sotto. Qui incontrerà personaggi bizzarri come Il marchese di Carabas o i due sicari, Mr Croup e Mr Vandemar. Richard dovrà trovare un modo per ritornare al suo mondo.

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Alt. Leggendo la trama di questo libro vi è venuto in mente per caso Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll? Ebbene si, ci avete preso. La genialità di Gaiman è di prendere la storia scritta da Carroll e di rielaborla a modo suo. Prende spunto da anche altre opere letterarie. Il marchese di Carabas era un personaggio de Il gatto con gli stivali, mentre invece Mr Croup e Mr Vandemar sono una rielaborazione de il Gatto e la Volpe, personaggi di Pinocchio.

Se alcuni elementi sono stati ripresi da opere letterarie, i luoghi di Nessun dove, della Londra di sotto per essere più precisi, sono una rielaborazione fantasy di alcuni luoghi di Londra. Per esempio, Knightsbridge diventa Night's Bridge. Si crea così un gioco di parole visto che, nonostante i due nomi siano stati scritti in modo diverso, si pronunciano allo stesso modo

In questo modo Gaiman crea un libro davvero originale che in breve tempo è diventato uno dei mei preferiti. Sebbene Nessun dove sia un urban fantasy, gli abitanti della Londra di sotto non sono altro che i clochard, gli invisibili della nostra società. Richard scopre infatti a sue spese cosa significa essere invisibile agli abitanti della Londra di sopra. E' un libro da leggere avendo a portata di mano una mappa del Tube. Dopo averlo letto scoprirete cosa si nasconde dietro la frase che si sente sempre nella metro inglese: Mind the gap.

Dimenticavo, hanno fatto pure una trasposizone radiofonica di Neverwhere. A interpretare Richard troviamo James McAvoy. Immagino che la sceltà dell'attore non sia casuale visto che è scozzese come il personaggio che deve interpretare. Nel cast c'è anche Benedict Cumberbatch nella parte di Angel of Islington che nella versione televisiva era interpretato da Capaldi. Sentite un attimo Cumberbatch in Neverwhere e ditemi che non è un caso che Jackson l'abbia scelto come Smaug dopo averlo sentito in questo programma radiofonico.



La prima versione di Nessun dove è stata quella televisiva, poi c'è stata quella letteraria che a mio parere è superiore alla versione televisiva, poi c'è stata quella radiofonica e per finire c'è stato anche un adattamento a fumetti della storia di Gaiman. Ora mi aspetto anche una versione cinematografica che magari aiuterà a far conoscere alla massa questa perla letteraria scritta da Neil Gaiman.