martedì 29 marzo 2016
Il condominio dei cuori infranti
C'è una cosa che non smetterò mai di ripetere: i francesi sono troppi bravi a fare le commedie. Prendiamo Quasi amici. E' divertente, ma allo stesso toccante visto che è tratto da una storia vera. Non sposate le mie figlie riprende il tema di Indovina chi viene a cena e lo traspone in una Francia sempre più multiculturale. Il favoloso mondo di Amélie è un capolavoro, come non citare una fotografia spettacolare, e ci ha insegnato ad apprezzare le piccole cose della vita. La famiglia Belier ci racconta di una ragazza che vuole cantare, nonostante faccia parte di una famiglia di sordi. Le commedie francesi sono diverse dalle commedie italiane di oggi che invece sono volgari, forse si salva solo Zalone, e dalle commedie inglesi che puntano molto sul black humour. La commedia francese è una commedia raffinata e infatti Il condominio dei cuori infranti è molto raffinato.
Qui abbiamo il quotidiano che diventa straordinario. Il luogo scelto per narrare questa storia insolita è un normale condominio in una banlieu parigina. La scena iniziale, quella di una classica assemblea condominiale, serve per presentarci uno dei personaggi di questa storia: un tipo chiuso ed egoista. Un condominio è il posto giusto per raccontare la solitudine dove ogni inquilino è chiuso nel proprio appartamento. Un altro personaggio che rappresenta per antonomasia la solitudine è l'astronauta (Michael Pitt) che solitario dallo spazio osserva la terra e i suoi abitanti. E' questo quindi Il condominio dei cuori infranti, la storia di personaggi a cui manca qualcosa. Basta semplicemente una sbirciatina nella serratura per incominciarsi ad aprirsi all'altro.
Samuel Benchetrit riesce raccontare in modo allegro la storia di personaggi tristi: un tipo chiuso in sé stesso, un astronauta solitario, un'attrice in crisi, un'infermiera che non sorride mai, un adolescente con una madre sempre assente e una signora algerina a cui manca un figlio che è in prigione. E' proprio qui che c'è la raffinatezza del regista che ci fa sorridere delle situazioni di queste personaggi, ma allo stesso tempo ci fa appassionare in modo poetico a loro.
P.S: se amate il cinema francese come me sappiate che tra poco inizierà a Roma il festival del cinema francese, RENDEZ-VOUS, APPUNTAMENTO CON IL NUOVO CINEMA FRANCESE. Per chi non di Roma, il festival sarà anche presente nelle altre città di Italia e così anche chi non è romano può godersi del sano cinema transalpino.
domenica 13 marzo 2016
Lo chiamavano Jeeg Robot
Alessia (Ilenia Pastorelli) potrebbe sembrare un personaggio di Pasolini. Da piccola ha subito abusi sessuali dal suo allenatore di nuoto e violenza da suo padre. Forse per questo trauma che Alessia è diventata una ragazza molto particolare, fissata con l'anime Jeeg robot cuore d'acciaio. Ha ancora difficoltà a fidarsi degli uomini, ma vede in Enzo il suo eroe, Hiroshi Shiba, che salverà tutti dal giorno delle tenebre.
Fabio Canizzaro detto Lo Zingaro è anche lui un piccolo delinquente, ma a differenza di Enzo non cerca una redenzione, anzi vuole essere essere ricordato come il più grande criminale. Lo Zingaro è un villain che ha cercato sempre fama, viene da Buona Domenica (qualcuno una volta ha detto che la televisione genera mostri) e a certi momenti ricorda Joker. Poi l'attore che lo interpreta, un bravissimo Luca Marinelli, viene da un film che ha uno stampo pasoliniano, Non essere cattivo di Claudio Caligari.
La Roma che viene mostrata ne Lo chiamavano Jeeg Robot è una Roma completamente diversa da La Grande Bellezza. E' una Roma degradata, accentuata da una fotografia fredda, e tormentata da attentati, tema molto attuale. E' una Roma che negli ultimi minuti ricorda molto Gotham (per chi se lo fosse dimenticato Claudio Santamaria ha doppiato Batman nella trilogia di Nolan).
Lo chiamavano Jeeg Robot riesce a superare i cinecomics americani, solo i Batman di Nolan si salvano, perché riesce a raccontare un supereroe con realismo, in questo caso quello pasoliano. Gabriele Mainetti è il regista che l'Italia merita.
Iscriviti a:
Post (Atom)