domenica 13 marzo 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot


E se l'Accattone di Pier Paolo Pasolini avesse avuto i superpoteri? Così, se lo immagina Gabriele Mainetti nel suo Lo chiamavano Jeeg Robot. Enzo Ceccotti(Claudio Santamaria) è un piccolo delinquente di borgata, Tor Bella Monaca, che vive di piccoli furti. E' un tipo chiuso e non è "amico di nessuno" come dirà più di una volta durante il film. L'incontro con Alessia lo apre sempre di più verso il mondo e capirà che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità." E poi quando Enzo racconta ad Alessia che gli amici ce li aveva sembra di vedere i ragazzi di vita di Pasolini.

Alessia (Ilenia Pastorelli) potrebbe sembrare un personaggio di Pasolini. Da piccola ha subito abusi sessuali dal suo allenatore di nuoto e violenza da suo padre. Forse per questo trauma che Alessia è diventata una ragazza molto particolare, fissata con l'anime Jeeg robot cuore d'acciaio. Ha ancora difficoltà a fidarsi degli uomini, ma vede in Enzo il suo eroe, Hiroshi Shiba, che salverà tutti dal giorno delle tenebre.

Fabio Canizzaro detto Lo Zingaro è anche lui un piccolo delinquente, ma a differenza di Enzo non cerca una redenzione, anzi vuole essere essere ricordato come il più grande criminale. Lo Zingaro è un villain che ha cercato sempre fama, viene da Buona Domenica (qualcuno una volta ha detto che la televisione genera mostri) e a certi momenti ricorda Joker. Poi l'attore che lo interpreta, un bravissimo Luca Marinelli, viene da un film che ha uno stampo pasoliniano, Non essere cattivo di Claudio Caligari.

La Roma che viene mostrata ne Lo chiamavano Jeeg Robot è una Roma completamente diversa da La Grande Bellezza. E' una Roma degradata, accentuata da una fotografia fredda, e tormentata da attentati, tema molto attuale. E' una Roma che negli ultimi minuti ricorda molto Gotham (per chi se lo fosse dimenticato Claudio Santamaria ha doppiato Batman nella trilogia di Nolan).

Lo chiamavano Jeeg Robot riesce a superare i cinecomics americani, solo i Batman di Nolan si salvano, perché riesce a raccontare un supereroe con realismo, in questo caso quello pasoliano. Gabriele Mainetti è il regista che l'Italia merita.

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