Inception di Christopher Nolan continua a ispirare le serie televisive. Chi si è perso la prima e la seconda parte, può andare qui e qui. Stavolta il telefilm che si ispira al film di Nolan è Legends of Tomorrow.
Nella seconda stagione le leggende sono alla ricerca della Lancia del Destino, ma anche La legione del destino, composta da Eobard Thawne, Damien Darhk e Malcom Merlyn, vuole lo stesso manufatto. I tre villain fanno il lavaggio del cervello a Rip Hunter e lo fanno diventare cattivo affinché collabori con loro.
A un certo punto i nostri eroi lo catturano e lo mettono in una cella all'interno della Waverider. Non hanno fatto i conti che, essendo sua l'astronave, Gideon è costretta a obbedire, attraverso dei specifici input. Così, l'ex leader delle leggende, dopo essersi liberato dalla sua cella, distrugge il medaglione con cui gli eroi cercano i vari componenti della lancia del destino, e danneggia in modo grave l'astronave.
Così, in Land of the lost si hanno due diverse storyline: nella prima Raymond, Nate e Amaya sbarcano per cercare un componente per riparare l'astronave, mentre nella seconda Sara e Jax cercano di scoprire dove trovare l'ultimo componente della lancia. La prima storyline si ispira chiaramente a Jurassic Park, mentre invece la seconda ricalca proprio Inception.
Essendo stato distrutto il medaglione, Sara e Jax decidono di entrare nella mente di Rip Hunter per scoprire l'ubicazione dell'ultimo componente della lancia e ritrovare anche il lato buono del Time Master.
Attraverso un dispositivo, loro si ritrovano nell'inconscio del loro ex-leader. Il modo in cui sono collegati tutti e tre attraverso questo congegno non può che farci venire il modo in cui erano collegati il team di Cobb con la loro vittima, Fischer. L'inconscio di Rip Hunter viene rappresentato poi come se fosse la sua astronave. La sua mente ha però delle difese, rappresentate dagli uomini di Vandal Savage e dalle versioni cattive dei suoi ex-compagni, e, come qualcuno ricorderà, anche la mente di Fischer aveva delle difese che Cobb e i suoi compagni dovevano superare.
Sara e Jax hanno inoltre un congegno collegato al polso che, attraverso un piccolo elettroshock, li fa ritornare alla realtà, come i calci di Inception. Altrimenti rimarrebbero bloccati per sempre nella mente del Time Master, che era più o meno la stessa sorte di Cobb e Saito ossia finivano nel limbo. E come veniva rappresentato il subconscio più profondo di Fischer? Come un'enorme cassaforte blindata. Così, nel suo subconscio il Rip Hunter buono si ritrova prigioniero in una cella.
Nel suo subconscio Rip Hunter incontra inoltre in versione umana Gideon (interpretata da Amy Pemberton, la stessa che dà la voce all'intelligenza artificiale). Non è la prima volta che un Signore del tempo incontra in forma umana la sua astronave. Per chi non sa di cosa parli, andatevi a vedere La moglie del dottore della serie Doctor Who. Tra l'altro lo stesso Arthur Darvill, l'interprete di Rip Hunter, compariva in quell'episodio. Gideon è la dimostrazione che anche le astronavi possono essere gnocche.
L'Arrowverse non è la prima volta che si ispira a Inception. Nella prima stagione di The Flash, precisamente ne La trappola, Cisco, attraverso i sogni lucidi, gli stessi che usava Cobb per entrare nella mente delle sue vittime, rivive il momento in cui viene ucciso da Harrison Wells in un'altra time line. Prima di addormentarsi Cisco chiede "Is this Inception or Dreamscape?"La risposta è ovvia. E' Inception.
sabato 11 marzo 2017
giovedì 2 marzo 2017
Terroristi da Oscar
Gli Oscar 2017 verranno ricordati soprattutto per l'errore di Warren Beatty nel dire il titolo sbagliato del film vincitore come miglior film: La La Land al posto di Moonlight. Si è parlato molto di questa gaffe in questo periodo, ma nessuno parla di un Oscar dato a un particolare corto documentario, The White Helmets di Orlando von Einsiedel. Alcuni giorni prima della cerimonia si è sentito parlare molto di questo titolo perché il direttore della fotografia di questo film, Khaled Khateeb, essendo siriano, non ha potuto partecipare alla premiazione per via del muslim ban di Trump.
Ma di cosa parla effettivamente questo corto documentario? Come dice il titolo stesso, White Helmets documenta le gesta di questi caschi bianchi ossia volontari siriani che che si occupano di soccorrere i civili sotto i bombardamenti. Non c'è bisogno che vi dica che in Siria è in corso un conflitto e le vittime sono quasi sempre i bambini. La famosa foto che ritrae un bambino ferito all'interno di un'ambulanza è diventata simbolo di questo conflitto. Questi caschi bianchi, dunque, sono dei veri eroi, qualcuno penserà. Si sta perfino pensando di candidare questi eroi al premio nobel per la pace. E se la verità fosse un'altra?
In realtà i caschi bianchi non sono altro che terroristi. Questi "eroi" lavorano a stretto contatto con Al Qaeda. I salvataggi a opera dei caschi bianchi non sarebbero altro che dei falsi. C'è un video dove si vedono due volontari e una persona incastrata tra le macerie. Sono tutti e tre immobili all'inizio, come se dovessero fare una mannequin challenge, e poi si muovono come fosse un vero video di salvataggio. C'è chi può non credere a un video del genere, ma perché fare una mannequin challenge su una cosa in cui non si dovrebbe scherzare come il conflitto in Siria? L'unica spiegazione è che i soccorsi, a opera dei caschi bianchi, sono delle messe in scene. Direi che gli Oscar se lo sono meritati, no?
E il fotografo che ha scattato la già citata foto del bambino all'interno dell'ambulanza? Si è fatto un selfie con uomini armati che hanno partecipato all'esecuzione di un bambino. Devo dire che questo fotografo frequenta cattive compagnie.
Questo video di Vanessa Beeley è esaustivo nello spiegare la vicenda di questi caschi bianchi. Eroi o carnefici? A voi l'ardua sentenza.
Quindi, perché è stato premiato con un Oscar un documentario in cui vengono risaltati questi caschi bianchi come eroi? Cerchiamo di capire il perché. Riporto le parole di una giornalista, la stessa Vanessa Beeley.
This organization is a fraudolent shadow-state construct created by NATO to simply propagate the propaganda that will demonize Assad's government and also demonize Russian legal intervention in Syria.
Il documentario in questione, dunque, non è altro che cinema di propaganda. Siamo ritornati ai tempi del neonazismo in cui Hitler usava il cinema come propaganda e Gobbels, ministro della cultura e della propaganda, produceva i film della regista Leni Riefenstahl. Se non sapete cos'è il cinema di propaganda, vedetevi i film della Riefenstahl oppure c'è Tarantino che la racconta a modo suo in Bastardi senza gloria. Ritornando all'Oscar di White Helmets, penso che abbiano dato questo premio affinché il corto documentario ricevesse una maggiore diffusione e quindi più gente creda a questa menzogna. La politica che prende il sopravvento sull'arte.
C'è poi questo inquietante scenario. Essendo il documentario distribuito da Netflix, chi è abbonato a Netfix, sta a sua volta finanziando questi terroristi? Mi spiego meglio. La distribuzione funziona in questa maniera: la distribuzione, in questo caso Netflix, compra il film dalla produzione, ossia i terroristi. Da dove vengono i soldi che Netflix usa per comprare il film in questione? Dagli abbonati stessi.
Perché a volte la verità non basta. A volte la gente merita di più. A volte la gente ha bisogno che la propria fiducia venga ricompensata.
Ma di cosa parla effettivamente questo corto documentario? Come dice il titolo stesso, White Helmets documenta le gesta di questi caschi bianchi ossia volontari siriani che che si occupano di soccorrere i civili sotto i bombardamenti. Non c'è bisogno che vi dica che in Siria è in corso un conflitto e le vittime sono quasi sempre i bambini. La famosa foto che ritrae un bambino ferito all'interno di un'ambulanza è diventata simbolo di questo conflitto. Questi caschi bianchi, dunque, sono dei veri eroi, qualcuno penserà. Si sta perfino pensando di candidare questi eroi al premio nobel per la pace. E se la verità fosse un'altra?
In realtà i caschi bianchi non sono altro che terroristi. Questi "eroi" lavorano a stretto contatto con Al Qaeda. I salvataggi a opera dei caschi bianchi non sarebbero altro che dei falsi. C'è un video dove si vedono due volontari e una persona incastrata tra le macerie. Sono tutti e tre immobili all'inizio, come se dovessero fare una mannequin challenge, e poi si muovono come fosse un vero video di salvataggio. C'è chi può non credere a un video del genere, ma perché fare una mannequin challenge su una cosa in cui non si dovrebbe scherzare come il conflitto in Siria? L'unica spiegazione è che i soccorsi, a opera dei caschi bianchi, sono delle messe in scene. Direi che gli Oscar se lo sono meritati, no?
E il fotografo che ha scattato la già citata foto del bambino all'interno dell'ambulanza? Si è fatto un selfie con uomini armati che hanno partecipato all'esecuzione di un bambino. Devo dire che questo fotografo frequenta cattive compagnie.
Questo video di Vanessa Beeley è esaustivo nello spiegare la vicenda di questi caschi bianchi. Eroi o carnefici? A voi l'ardua sentenza.
Quindi, perché è stato premiato con un Oscar un documentario in cui vengono risaltati questi caschi bianchi come eroi? Cerchiamo di capire il perché. Riporto le parole di una giornalista, la stessa Vanessa Beeley.
This organization is a fraudolent shadow-state construct created by NATO to simply propagate the propaganda that will demonize Assad's government and also demonize Russian legal intervention in Syria.
Il documentario in questione, dunque, non è altro che cinema di propaganda. Siamo ritornati ai tempi del neonazismo in cui Hitler usava il cinema come propaganda e Gobbels, ministro della cultura e della propaganda, produceva i film della regista Leni Riefenstahl. Se non sapete cos'è il cinema di propaganda, vedetevi i film della Riefenstahl oppure c'è Tarantino che la racconta a modo suo in Bastardi senza gloria. Ritornando all'Oscar di White Helmets, penso che abbiano dato questo premio affinché il corto documentario ricevesse una maggiore diffusione e quindi più gente creda a questa menzogna. La politica che prende il sopravvento sull'arte.
C'è poi questo inquietante scenario. Essendo il documentario distribuito da Netflix, chi è abbonato a Netfix, sta a sua volta finanziando questi terroristi? Mi spiego meglio. La distribuzione funziona in questa maniera: la distribuzione, in questo caso Netflix, compra il film dalla produzione, ossia i terroristi. Da dove vengono i soldi che Netflix usa per comprare il film in questione? Dagli abbonati stessi.
Perché a volte la verità non basta. A volte la gente merita di più. A volte la gente ha bisogno che la propria fiducia venga ricompensata.
Iscriviti a:
Post (Atom)