
Da questa premessa Nolan dirige Insomnia, remake omonimo di un film norvegese, ed è l'unico film in cui non si è occupato della sceneggiatura. E' un thriller psicologico dove l'indagine sull'omicidio della ragazza è solo un macguffin poiché ciò che assistiamo è l'indagine sulla psiche del detective Dormer e sul perché non riesce a dormire. Il confronto con l'assassino della ragazza gli fa tirare i suoi demoni interiori e capisce di non essere poi così diverso dall'uomo a cui sta dando la caccia. Non esistono buoni e cattivi, ma chiunque può compiere un delitto poiché il male fa parte dell'uomo. Ci viene mostrato così un pessimismo che verso la fine sparisce (il finale mi ha ricordato quello del capolavoro che si chiama L'uomo senza sonno, che trattava temi simili), diversamente dall'originale che lo manteneva e non c'era speranza di salvezza per il detective interpretato da Stellan Skarsgård.
Nolan sforna un film che è lontano dalla sua poetica, ma riesce a esprimere bene l'angoscia che si sente per tutto il film. Riesce a dirigere bene tre oscar, il bravissimo Al Pacino, Robin Williams calato nel ruolo ben riuscito di un cattivo e per finire Hilary Swank. Un film minore insieme a Following, ma a differenza del suo esordio qui c'è una vera regia.