venerdì 19 settembre 2014

Memento

Image and video hosting by TinyPicNella prima scena assistiamo a un omicidio. L'assassino, dopo aver ucciso la sua vittima con un colpo di pistola, immortala questo momento con una polaroid. Nolan ci mostra tutta questa scena al reverse perché ci vuole introdurre al tipo di narrazione che stiamo per assistere: tutte le sequenze del film, a parte quelle in bianco e nero, sono montate a ritroso. In questo modo la scena iniziale è in realtà la scena finale. Una narrazione non lineare che non è semplice esercizio di stile che potremmo vedere in un altro qualsiasi film. No, Nolan fa questa scelta perché vuole farci mettere nella stessa condizione di Leonard Shelby, un detective delle assicurazioni che non riesce a ricordare e ha un solo scopo nella vita: vendicare la moglie morta. Così, Leonard è un uomo senza ricordi. Per ricordare usa degli espedienti. Fa continuamente foto istantanee con la sua polaroid. Sono ricordi fittizi perché possono essere manipolati. I ricordi possono essere distorti, sono la nosta interpretazione, non la realtà, come afferma lo stesso Leonard. I tatuaggi sono un'altra maniera che lui usa per ricordare e si è tatuato anche il nome dell'assassino di sua moglie, John G. Questi tatuaggi non sono altro che un modo per rimettere nel proprio corpo ricordi che ha perduto e che continua a perdere. Sono i ricordi ciò che definisce un uomo. Non avere più ricordi crea una scissione nell'io di Leonard, sebbene l'unico ricordo che vorrebbe dimenticare è quello della moglie morta. Non riesco a ricordarmi di dimenticarti. Per capire il senso delle azioni di quest'uomo lo spettatore deve ricostruire il puzzle dei ricordi di Leonard e infatti Memento è il puzzle film per antonamasia. Christopher Nolan, basandosi su un racconto scritto dal fratello Jonathan (che lo potete leggere in italiano qui, tradotto e pubblicato dallo staff di Christopher Nolan Italia) scrive e dirige un thriller psicologico che assume quasi la connotazione di una tragedia greca.

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