
Chi sono io? Da questa premessa il protagonista di questa storia è Riggan Thomson, un attore. Infatti, l'attore difficilmente riesce a trovare la propria identità poiché in lui vivono tante persone diverse con diverse storie. In Riggan vive Birdman, un supereroe che lui ha interpretato in tre film. Questo Birdman lo tormenta e non si stacca mai da lui, è il suo ghost, come direbbe John Truby. Ormai, lui è identificato da tutti con questo supereroe. L'unico modo per staccarsi da questa presenza è portare sul palcoscenico What we talk about when we talk about love di Raymond Carver. Infatti, l'unico modo per esistere è usare il teatro che è più reale del cinema. Ciò che distingue il teatro dal cinema è che non esiste il montaggio, è lo spettatore che fa il proprio montaggio. Proprio per questo motivo che il film è stato girato interamente in piano-sequenza (in realtà tanti piano-sequenza come aveva fatto Hitchcock in Nodo alla gola). Riggan vuole esistere e il piano-sequenza rappresenta la vita, vita che non è riuscito mai a vivere per colpa di Birdman e lo ha portato al divorzio con la moglie. Capisce i suoi sbagli portando in scena l'opera di Carver perché rivede qui la sua vita. "Volevo essere amato, essere amato da qualcuno in questo mondo".
Ma la perla registica di Iñarritu è nel finale. A un certo punto vediamo Riggan nel bagno ma contemporaneamente vediamo anche Birdman seduto sulla tazza del cesso. Il regista messicano ci sta raccontando visivamente che Riggan ha mandato a cagare Birdman.
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