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Il tema principale del film è la paura.
Quando Ducard chiede a Bruce di cosa ha
paura, il miliardario pensa all’omicidio dei suoi genitori.
Bruce, per sconfiggere la paura, decide di
diventare paura e assume così come simbolo un pipistrello perché, come dice lui stesso,
se lui ha paura dei pipistrelli, anche i suoi
avversari dovranno temerli.
Non a caso Nolan
mette nel film un villain tematico,
lo
Spaventapasseri che ha l’abilità di instillare le paure nelle persone.
Inoltre,
Bruce capisce dal boss mafioso,
Carmine
Falcone, che l’arma più potente è la paura. Attraverso questo tema Christopher
Nolan narra le origini di Batman e lo fa con questo reboot,
Batman Begins, il
primo capitolo di una trilogia che vuole raccontare le origini di questo
supereroe in un contesto realistico, a differenza del Batman di Tim Burton.
Infatti, in tutta la trilogia ne’ lui ne’ i suoi avversari
hanno superpoteri. L’intero film è un viaggio drammaturgico di un
uomo che alla fine diventa qualcun altro e sembra quasi che Nolan e Goyer per
scrivere il film, oltre a prendere qualcosa dai fumetti come
Anno Uno di Frank
Miller, hanno preso molto da
Il viaggio dell'eroe di Chris Vogler, libro che
chiunque voglia scrivere sceneggiature dovrebbe conoscere. C’è molta
introspezione e non
sembra neanche un
film tratto dai fumetti visto che Batman compare circa un’ora dopo dall’inizio
del film.
Batman Begins non narra
semplicemente le origini di un eroe, ma soprattutto narra la storia di un uomo
che deve sconfiggere le sue paure.
Questo
concetto è molto simboleggiata dalla scena dove Bruce viene circondato dai
pipistrelli nella caverna, aiutata dall’ottima fotografia di Wally Pfister e
dalle musiche di Hans Zimmer. Tecnicamente,
Il cavaliere oscuro (
The Dark Knight) è il capitolo migliore di tutta la trilogia, ma
Batman Begins mi ha lasciato emotivamente qualcosa in
più rispetto ai due sequel.
Sarà perché
questo film mi insegna a superare la paura delle avversità.
Perché cadiamo,
signore? Per imparare a rimetterci in piedi
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