Se con Batman Begins si era esplorato il tema della paura e con Il cavaliere oscuro (The Dark Knight) il tema del caos, con Il cavaliere oscuro - Il ritorno (The Dark Knight Rises) si esplora il tema del dolore. Infatti il villain associato alla tematica del film è Bane, il cui nome ricorda pain che in inglese significa appunto dolore e indossa una maschera per lenire il proprio dolore. Bane è una grande sfida per Bruce e gli procurerà tanto dolore, sia fisico che psicologico.
Siccome nel film Bane, interpretato da un bravissimo Tom Hardy, è la più grande minaccia che Bruce abbia mai affrontato, anche il film si ingigantisce cioè tre quarti della pellicola sono stati girati in Imax, un formato capace di mostrare un'immagine più grande e con una migliore risoluzione rispetto alla proiezioni convenzionali. Ingigantendo il film però Nolan si cura poco della sceneggiatura. Non si parla di buchi di sceneggiatura, ma di una sceneggiatura che non funziona proprio in certi punti. Per esempio, il vice-commissario Peter Foley, interpretato da Matthew Modine, è un personaggio inutile ai fini della narrazione. Il finale ambientato a Firenze si poteva evitare. Nonostante questi difetti, ci sono ben due scene grandiose, quella iniziale, il teaser dove si introduce il personaggio di Bane, e quella ambientata nel pozzo dove si avverte un forte simbolismo. Uscire dal pozzo significa uscire dal proprio dolore. Si ricollega così a Batman Begins dove Bruce per superare le proprie paura entrava nella caverna piena di pipistrelli. Ritorna anche il fatto che Batman è solo un simbolo perché chiunque può essere un eroe, anche un uomo che fa una cosa semplice e rassicurante come mettere un cappotto sulle spalle di un bambino, per fargli capire che il mondo non è finito.
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